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Cantar Bandiera Rossa diventa un reato politico

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Messaggio Da Ospite Mer Lug 30, 2008 3:22 pm

Cantar Bandiera Rossa diventa un reato politico

di Alessandro Cardulli

“E’arrivato qui a Chianciano come il perdente sicuro ma non si è mai arreso al fascino di Vendola”: è uno dei tanti commenti alla elezione di Paolo Ferrero a segretario di Rifondazione comunista. Lo scrive l’Unità ma è il lei motiv di numerosi commentatori che esercitano le loro penne o computer, nell’esame di quanto avvenuto nel corso della “quattro giorni “di Chianciano. Già ,ma chi aveva deciso che l’ex operaio della Fiat di Villar Perosa, era un sicuro perdente?

Certamente non gli iscritti al partito che hanno sostenuto la mozione che vedeva il nome del neo segretario fra i primi firmatari e che si sono impegnati per vincere il congresso. Lo avevano deciso proprio quelle testate dei poteri forti che hanno intervistato Vendola un giorno sì e l’altro pure. Giornali che hanno cancellato Rifondazione per tutto il periodo della campagna elettorale e poi hanno riscoperto questo partito, quando, duramente sconfitto, fuori dal Parlamento era destinato ad evaporare dentro una coalizione di una sinistra dai tratti indistinti;: la “costituente della sinistra” .

Asse strategico delle scelte politiche proposte dal presidente della regione Puglia. Una “ costituente” dialogante con il Pd per costruire un nuovo centrosinistra, come suggerisce Claudio Fava, portavoce di Sinistra democratica, non contento degli esiti negativi della trascorsa esperienza. Esiti di cui proprio il partito di Veltroni porta le maggiori responsabilità.

La parola “dialogante” nella realtà delle cose e nelle dichiarazioni dei dirigenti del Pd, a partire dal leader, significa una Rifondazione subalterna al partito a vocazione maggioritaria. Il congresso che ha eletto Ferrero ha deciso diversamente dalle aspettative di chi, i “poteri forti”, Confindustria, grandi gruppi industriali e finanziari, auspica una opposizione moderata al governo Berlusconi, con l’eliminazione della sinistra radicale, la scesa in campo dell’Udc insieme al Pd .

Una opposizione che si muove dentro l’attuale quadro politico istituzionale, in un rapporto “dialogante” fra Pd e Pdl. Per questo disegno, per questo progetto quale scompare ogni idea di cambiamento, di trasformazione, Rifondazione che esce dal congresso è, oggettivamente un ostacolo. Da qui una specie di caccia alle streghe,un sussulto anticomunista come non si vedeva dagli anni cinquanta. Il bello è che in questo vetero anticomunismo si esercitano politologi che si definiscono riformisti e che ogni giorno tessono le lodi del moderatismo. Guai a parlar loro di conflitto, la parola lotta, poi se di classe, è un sacrilegio. Naturalmente non hanno letto una riga del documento politico che ha avuto una quarantina di voti in più di quello presentato sottoscritto da Vendola. Ma dall’alto dei loro pensieri alti pontificano. Il segno di questo anticomunismo di ritorno più grave è quello che viene da “sinistra”.

Lasciamo perdere le fantasiose cronache di Repubblica, del Corsera, i commenti acidi dell’ex direttore del Manifesto ora una della “punte” della stampa. Ciò che colpisce è il linguaggio sprezzante, volgare dal punto di vista della cultura politica di Claudio Fava, il portavoce di Sinistra democratica, che tanto fa rimpiangere Fabio Mussi, impegnato a fondo in un processo di riavvicinamento e subalternità. Elettoralmente non vale neppure un decimale ma sale in cattedra, invita di fatto Nichi Vendola a una scissione ed esprime odio profondo nei confronti della “Bandiera rossa”. Si sono esercitati in tanti sul significato delle canzoni cui hanno dato voce tanti delegati. Hanno raccontato incredibili retroscena come quello che l’aver intonato Bandiera rossa, l’Internazionale o Bella ciao sarebbe stato un segnale a Claudio Grassi e alla componente Essere comunisti a non fare inciuci.

Coglionaggini scritte da autori in vena di colore i quali dimenticano che nel simbolo di Rifondazione è scritta la parola comunista. Non crediamo sia reato dar voce alle canzoni che richiamano la storia del movimento operaio e comunista. Sarebbe come eliminare dalla storia della canzone italiana le melodia napoletane. Ma per Claudio Fava, leader di un forza che si misura in centesimi, cantare “ Bandiera rossa è come fare la guardia al proprio museo “.

“ Bandiera rossa non è una scelta politica, è una fuga dalla politica” e ancora il congresso Rifondazione aiuta ad una “maggiore verità nel dibattito politico, tra chi sceglie Bandiera rossa e chi sceglie di riorganizzare la sinistra in un campo molto più vasto e più inclusivo”. Speriamo, non si riferisca a quel tre per cento di voti presi dalla Sinistra arcobaleno, anche se le vocazioni masochistiche non hanno mai fatto difetto nella sinistra o , nel caso in questione, ex sinistra.

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