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Droghe, ovvero come peggiorare la legge vigente

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Messaggio Da Ospite Lun Giu 30, 2008 12:12 pm

Da pompieri a strilloni della retorica dell'emergenza

di Francesco Piobbichi, responsabile Politiche sociali Prc e Vittorio Agnoletto, europarlamentare Prc

Droghe, ovvero come peggiorare la legge vigente Marijuana

Niente di buono sul fronte droghe se non il fatto che Giovanardi in un solo giorno è riuscito a dirci che fra i suoi colleghi in Parlamento c'è cocaina (senza fare nomi), e che il fenomeno droghe non ha i contorni allarmistici e le dimensioni numericamente drammatiche di cui si sente parlare ogni giorno. Ci sarebbe quasi da credergli se non fosse per il fatto che fino a pochi mesi fa chi oggi su questi temi fa il pompiere era uno dei strilloni della retorica dell'emergenza droga.

Per il resto nulla da segnalare, se non il fatto che in qualche modo il dibattito per peggiorare la legge vigente è ripartito con le affermazioni della sindaca di Milano Letizia Moratti, che pensa in accordo con Maroni di rendere matematica l'accusa di spaccio in caso di superamento della dose minima.

Come ieri ci spiegava Francesco Maisto, la giurisprudenza è riuscita in qualche modo a interpretare la norma vigente in maniera più discrezionale, determinando di fatto con l'effetto dell'indulto un incremento minore di arresti di quello che si era previsto. Arresti, sia chiaro, che comunque in questi anni sono cresciuti, insieme alle segnalazioni, ai consumi - soprattutto di cannabis - e ai morti da overdose, 6% in più in un solo anno di cui - e questo ci preoccupa come inizio di un possibile trend negativo - aumenta la percentuale dei decessi per cocaina passati dal 2,3% del 2001 al 6,1% del 2007.

Non c'è mai piaciuto ragionare del fenomeno droghe come emergenza, perché in qualche modo parlare di emergenza significa aprire la strada alla risposta penale ed alla demagogia della zero tolleranza, di cui il buon Giovanardi assieme al Pdl ne è da sempre un buon interprete. Oggi però per un caso sfortunatissimo per noi, dato che spetta a lui la delega da parte del Governo in materia di droghe, Giovanardi rischia di diventare bersaglio del meccanismo emergenziale che lui stesso ha contribuito a creare, e per evitare di rimanerci in mezzo tenta di disattivarlo mettendo le mani avanti.

Vanno lette in questo senso le affermazioni di ieri sul fenomeno che cercavano di tranquillizzare l'opinione pubblica. Ma in Italia, a differenza dei paesi più civili - che non hanno un ministro che vuol schedare i bambini Rom nel mentre il suo capo si fa una legge ad hoc per fuggire dai processi -, è impossibile discutere pacatamente, serenamente di droghe e dipendenze. In questo paese, laboratorio europeo della guerra alla miseria, tutto ha assunto oramai una banalizzazione che lascia basiti, dove i pronunciamenti etici e morali contano molto di più delle argomentazioni scientifiche e del buon senso.

Le droghe sono state, come sempre avviene nel corso della loro storia, un argomento paradigmatico per comprendere come si spostano i rapporti di forza nella società, lo diceva già Gramsci analizzando l'ascesa del capitalismo in rapporto al proibizionismo sull'alcool negli Usa. Basta ricordarsi ad esempio le notizie recenti, riportate a grandi titoli nei media italiani, della pericolosità della marijuana potente (smentita ieri dall'Osservatorio Europeo di Lisbona), o della notizia dello spinello killer (in realtà si trattava di crack), per capire che per quanto riguarda la guerra alla droga, fatte le dovute proporzioni, non siamo poi così distanti dalla giustificazione della presenza di armi di distruzione di massa com'è avvenuto in Iraq.

Prendendo ad esempio l'argomento droghe e l'argomento migranti come esempi, ci si accorgerebbe che la tanto decantata emergenza sicurezza è stata costruita nel nostro paese con cura, quasi da sembrare un'offensiva costruita a tavolino dal sovversivismo delle classi dominanti. La sociologia ci dice invece che gli accadimenti politici e sociali di grandi proporzioni, come la svolta securitaria passata nel nostro paese tra gli applausi generali, sono il risultato complesso di più forze in campo che interagiscono tra loro. Tentare di smorzare un meccanismo così ben strutturato come quello della costruzione del consenso attraverso la retorica dell'emergenza, come se si trattasse di spegnere un interruttore, ci pare un'impresa furba ma quasi impossibile.

Certo non possiamo gioire dicendo che chi è causa del suo mal pianga se stesso, non lo possiamo fare perché in mezzo a questa dinamica ci sono troppi ragazzi e ragazze che ci finiscono dentro rischiando di rovinarsi la vita non solo per l'assenza dei servizi sempre più ristretti o di cattiva informazione, ma anche per i danni provocati da leggi e da atteggiamenti culturali stigmatizzanti. Pensiamo però che sia il caso di fare qualche passo in avanti rispetto all'argomento droghe, in questi anni occorre criticare anche il nostro modo di parlarne, troppo spesso ideologico e separato, troppo spesso affidato a noi esperti del settore.

Il "discorso" sulle droghe, o sui migranti, o sui capri espiatori di turno deve essere affrontato all'interno di una critica più ampia alla forma del neoliberismo, alla guerra tra poveri che scatena, ed alla legittimazione morale che sostiene questo processo. Prima ancora di uno sterile dibattito fra proibizionisti e non, occorre insomma riposizionare questa discussione sul terreno dei rapporti di forza, perché decidere se una sostanza come la cannabis deve essere equiparata all'eroina dipende da quella dimensione, ed anche se noi vogliamo lavorare per far prevalere l'evidenza scientifica non possiamo non accorgerci che fino a quando questi rapporti di forza non cambieranno tutto sarà più difficile.

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Messaggio Da Arser Mar Lug 01, 2008 1:45 am

si si, per Giovanardi la festa della cannabis di tre giorni a bologna è assolutamente da non fare più, da blindare e condannare.
Inoltre guai a parlare di antiproibizionismo, forse ben presto sarà addirittura reato fare una manifestazione antiproibizionista in questo paese "libero" e "democratico" governato dal Partito delle Libertà.....
Eh gia, solo con le parole non invertiamo più la tendenza, purtroppo. Ho proprio paura che solo con le belle parole e gli appelli alla coscienza etica e scientifica in italia non si possa proprio più fare un cazzo. Solo aspettare che sia tutto ancora peggio. Non vedo proprio spiragli di miglioramento, ma solo un lungo periodo buio.
Chi si salvi, si può.
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